Una città con oltre 2500 anni di storia
La prima Todi (Tutere o Tutus) fu edificata in epoca pre villanoviana (VIII - VII secolo a.C.) tra le valli del Tevere e del Naia dagli Umbri. Agli Umbri subentrarono gli Etruschi e fu a loro che si deve la prima cinta muraria. Dopo gli Etruschi arrivarono i Romani che trasformarono la Tutere etrusca nella Colonia Juli Fida Tuderne realizzando la seconda cinta muraria. La terza cerchia di mura, lunga circa 4 km, è invece medioevale essendo realizzata del 1244. Sono di questa cerchia di mura la maggioranza delle porte ed i relativi bastioni che sono arrivati fino ad oggi. Da non perdere la visita alla Cattedrale, realizzata dopo l'anno mille, al Tempio di Santa Maria della Consolazione, progettato dal Bramante, e alla chiesa di San Fortunato, paleocristiana, realizzata su strutture etrusche, trasformata nel tempo in stile gotico, in cui campeggia il portale del portone centrale decorato da bassorilievi di Giovanni da Santuccio di Fiorenzola e da suo nipote Bartolo.
Valorizziamo le risorse tipiche del territorio, riscopriamo le colture autoctone, ricerchiamo qualità e biodiversità, rispettiamo la natura evitando gli OGM e la chimica, ripristiniamo una socialità perduta, diamo importanza alla cooperazione e allo scambio in base ad una visione comunitaria, ricerchiamo un microcosmo come baluardo autarchico per un nuovo futuro, rimettiamo al centro l'armonizzazione dell'uomo con la natura e con l'uomo stesso, ricerchiamo condivisione di intenti all'insegna del rapporto diretto senza mediazioni condizionanti, ricerchiamo il vero valore all'esistenza nel senso pieno, ripudiamo ogni omologazione.
Produzione agricola autoctona, accoglienza, socialità, condivisione.
Rimettiamo al centro i rapporti umani diretti nello spirito di condivisione di valori basati su libero pensiero, analisi critica, filosofia e conoscenza, solidarietà, amicizia, libero scambio, ricerca del bello e del buono, piacere e degustazione dei nostri prodotti, armonizzazione con la natura.
Il documento più antico relativo allo zafferano in Umbria viene ritenuto quello sull'acquisto di un'uncia cafrani , risalente al 2 febbraio 1226: è una nota nei libri contabili del monastero di Santa Maria di Valdiponte (abbazia di Montelabate, vicino a Perugia). La produzione dello zafferano in Umbria è in ogni caso ampiamente attestata a partire dal XIII secolo.
La coltura riscoperta solo da pochi anni, dopo anni di oblio, si è diffusa tanto che in Umbria esistono sei associazioni di produttori che spaziano dall'area del Lago Trasimeno fino alla Valnerina.
Noi siamo al secondo anno di produzione ed i risultati sono assolutamente soddisfacenti, sia per la qualità del prodotto e sia per la risposta della piantagione, in termini di moltiplicazione dei bulbi, alle caratteristiche del terreno argilloso.
L'Umbria è la prima regione italiana ad aver ottenuto il riconoscimento della Dop su tutto il territorio regionale.
L'olio dell'Umbria deriva da un ambiente pedo - climatico che non favorisce una produzione quantitativamente alta, ma sicuramente l'ottenimento di oli di particolare ed elevato pregio. Le alte escursioni termiche inducono le piante ad accumulare sostanze fenoliche che sono i componenti della caratterizzazione nutrizionale e sensoriale dell'olio.
Grazie all'elevata quantità di polifenoli, il carattere distintivo dell'olio umbro è rappresentato dalle famose note amare e piccanti.
Sottozona Colli Orvietani
E' la zona in cui sono ubicati i nostri uliveti, uno a Doglio (Montecastello di Vibio) da cui nasce la selezione "Noemi" e l'altro a San Fortunato di Marsciano, da cui nasce la selezione "Raniero".
La zona prende il nome dalla città della rupe su cui si estende insieme ad altri sedici comuni tra cui, appunto, Montecastello di Vibio (Doglio) e Marsciano. Questa zona è rappresentata dalle seguenti varietà: leccino, frantoio, moraiolo, altre varietà, tra cui la dolce agogia (più presente nel Trasimeno).
La grande fatica di impiantare a mano ben 3500 piantine di lavanda è finalizzata alla produzione di olio essenziale. Malgrado sia stato difficile, a seguito di una stagione molto secca, far prosperare le piantine, assalite tra l'altro anche da molte infestanti, sembra che finalmente abbiano cominciato a strutturarsi sufficientemente per dare vita ad un bellissimo lavandeto. Da ammirare a partire dalla prossima stagione primaverile.
Molteplici sono i principi attivi dell'olio (tannini, acido ursolico, flavonoidi e sostanze amare) e conferiscono alla lavanda un' azione sedativa e calmante, utile per combattere l'ansia, l'insonnia, lo stress e le manifestazioni gastrointestinali legate all'agitazione.
Altri benefici della lavanda sono l'azione balsamica per contrastare le malattie da raffreddamento come influenza, tosse, raffreddore ed eccesso di catarro.
Inoltre la pianta di lavanda possiede proprietà carminative e antispasmodiche che trovano applicazione anche contro i dolori mestruali.
Per uso esterno la lavanda possiede proprietà detergenti, antinfiammatorie, analgesiche, antibatteriche, cicatrizzanti e decongestionanti. La pianta è utilizzata per ripulire ferite e piaghe, alleviare il prurito dato da orticaria e punture di insetti e per ridurre le irritazioni di pelle e mucose del cavo orale.
Il nostro intento è stato quello di valorizzare le antiche e tradizionali colture autoctone. Tra queste il Grero di Todi rappresenta una riscoperta interessante. Un vitigno minore diffuso nel comprensorio tuderte, denominato anche Greco Nero, è già presente nell'Annuario Generale per la Viticoltura ed Enologia del 1893, ma è stato iscritto ed omologato al Registro Nazionale soltanto nel 2011.
E' caratterizzato da un'abbondante carica fenolica, colore intenso, addirittura utilizzato come ricostituente energetico alimentare e come rimedio medicamentoso.
A carico della macrostruttura dell'uva si evidenzia una maggiore capacità di accumulo di zuccheri nel mosto comparata al Sangiovese, tra l'altro con ottimo parametro acidico e con maturità fenolica superiore sia in termini di polifenoli totali, sia in termini di antociani.
I pochissimi produttori tuderti hanno ottenuto ottimi risultati, ma le potenzialità di tale vitigno sono ancora inespresse. Per esempio, ancora non è stato sperimentato l'invecchiamento in botti. Malgrado questo il calice di Grero offre un'elevata complessità olfattiva, intensità e corpo.
Il nostro vigneto, appena impiantato, darà i primi risultati soltanto tra tre anni.
La piantumazione dell'aglione è stato un esperimento. Abbiamo comprato gli spicchi da seminare direttamente a Cortona, patria dell'aglione della Val di Chiana. La prima cosa che abbiamo notato è stata la caratteristica argillosa del terreno, molto simile a quello tuderte.
Del resto il territorio vocato alla coltivazione di tale ortaggio, non a caso, si estende tra le province di Arezzo, Siena e Perugia.
Si differenzia dall’aglio comune per le sue grandi dimensioni per cui può arrivare a pesare anche 800 g e per il suo sapore molto più delicato, che lo ha fatto definire persino “aglio a prova di bacio”.
Il primo raccolto ci ha portato un prodotto di buonissima qualità, con tutte le caratteristiche organolettiche che dovrebbero contraddistinguere questo prodotto. Il terreno adatto ci ha aiutato a preservarle.
Siamo adesso giunti alla seconda semina.
Il cuore verde dell'Umbria, la Media Valle del Tevere, offre paesaggi naturalistici da sogno. Le possibilità escursionistiche variano dal giro in canoa sul Tevere, ai circuiti in mountain bike, tra torrenti, guadi e percorsi storico naturalistici, per arrivare alle rilassanti terme, alla visita di borghi medievali integri o alla visita di grotte con stalattiti e stalagmiti di impagabile bellezza completamente sconosciute al grande pubblico.
Siamo in attesa del termine dei lavori di ristrutturazione del nostro casale. Sarà il fulcro della nostra attività. Anche dei nostri progetti futuri.
Abbiamo confezionato il nostro zafferano in contenitori di vetro riposti in appositi sacchetti per difenderlo dalla luce. Abbiamo scelto di realizzare confezioni da 0,5 grammi.
La stagione 2022 ha rappresentato una stagione eccezionale per questa produzione.
"Raniero": raccolto sulle colline di San Fortunato di Marsciano da piantoni di Leccino, Frantoio e Dolce Agogia.
"Noemi": raccolto sulle colline di Doglio di Montecastello di Vibio da piantoni di Leccino e Moraiolo.
Entrambe le selezioni scaturiscono da olive raccolte precocemente, quindi ricche di polifenoli ed antiossidanti e spremute a freddo a temperatura media di 26 gradi.
L'olio che ne esce è di altissimo valore degustativo, di qualità superiore. La regione Umbria è il cuore pulsante dell'olio italiano.